“40 anni, cambio vita”. La scelta di un architetto ceramista di diventare artigiano del legno

“Basta con due lavori, da domani cambio vita”. Deve avere pensato più o meno così, Andrea Poli, quando ha compiuto 40 anni. Laureato in Architettura, di Monza, dopo l’università ha avviato un laboratorio di ceramica, sbarcando il lunario con lavori secondari. Artigiano del legno appassionato e dedito, però, allo scoccare dei 40, ha lasciato laboratorio e lavoretti per dedicarsi completamente al legno, prendendo in mano le redini dell’Associazione Il Tarlo aperta con due amici nel maggio 2012.

Come e perché nasce l’Associazione?
«Il Tarlo è l’inizio naturale di un percorso di amicizia e passione per il “fare” di me ed altri due amici: Giovanni Cattaneo, 39 anni, allenatore di calcio giovanile, tornitore e artigiano del legno, e Alberto Segale, 35 anni, dottore in Scienze Ambientali, falegname, educatore e istruttore di minibasket. All’inizio del 2012 Alberto gestiva un piccolo negozio di giochi: tra i giochi in vendita c’erano le trottole, che allora Alberto faceva arrivare dall’Austria. Confrontandosi con me sulla possibilità di realizzarle direttamente, gli ho presentato Giovanni, che dal canto suo aveva già alle spalle più di dieci anni di tornitura del legno ma, incredibile a dirsi, non aveva mai tornito una trottola. Così, un po’ per divertimento e un po’ seriamente abbiamo iniziato a realizzare trottole e si è resa necessaria una figura che ci rappresentasse: “IL TARLO: quella pazza idea che non riesci a toglierti dalla testa finché non l’hai realizzata”».

Hai lasciato il tuo lavoro per dedicarti al Tarlo: cosa ti ha spinto?
«La passione del fare, del costruire, l’ho avuta sempre, sin da piccolo. Anche il percorso di studi, la laurea in Architettura, si inserisce in questa mia passione. Negli ultimi anni di studi universitari ho iniziato a volermi mettere in gioco più seriamente nell’ambito artigiano: così dopo la laurea ho frequentato un corso di ceramica e con un’amica ho aperto un piccolo laboratorio di ceramica. Dalla ceramica poi sono passato a sperimentare l’utilizzo di altri materiali quali legno e ferro. Nonostante le grandi soddisfazioni del lavoro artigianale, però dal punto di vista economico mi sono sempre dovuto organizzare anche con un secondo lavoro. Poi sono arrivati i 40 anni, e mi son detto: perché no? Ho deciso che il giorno del mio 40esimo compleanno sarebbe stato l’ultimo con un doppio lavoro, o almeno ci avrei provato.
E così, grazie anche a quanto stavo realizzando con l’Associazione, ho deciso di provare a fare l’artigiano 24 ore su 24».

In cosa consiste Il Tarlo?
«È “quella pazza idea che non riesci a toglierti dalla testa finché non l’hai realizzata”. Noi ci stiamo provando. La pazza idea è quella di raccogliere e divulgare uno stile di vita artigiano. Facciamo ciò che possiamo imparare, studiando i meccanismi, i materiali e le tecniche, ripercorrendone storia e tradizione nei vari Paesi. Partendo dalla lavorazione del legno e della ceramica, il nostro retaggio culturale, stiamo approfondendo la storia di queste arti per arrivare al fronte dell’innovazione. Dagli antichi mobili costruiti a incastro ai progetti low cost per la realizzazione di arredi casalinghi e urbani. Dall’antiche tecniche di ceramica alla sperimentazione di nuove colorazioni e cotture».

E questa passione artigiana in cosa si traduce concretamente?
«Costruiamo giocattoli, scriviamo libri, creiamo eventi per condividere e corsi per imparare. Un’esperienza al servizio degli altri. E lo facciamo per essere coerenti. Perché noi siamo così. E quindi dimostrazioni di tecniche artigianali in piazza, il ludobus – biblioteca itinerante dei giochi della tradizione popolare e non solo, il neo nato “campionato mondiale delle trottole” presentato con successo all’edizione 2014 di “Fa la cosa giusta”, il laboratorio delle trottole…».

In che modo vi fate conoscere e vi promuovete?
«Lo strumento migliore per farci conoscere è esserci: il più possibile presenti sul territorio mostrando come siamo in grado di creare I nostri giochi: penso che il portare in giro i nostri torni per dimostrare come nasce una trottola, insieme al nostro entusiasmo, sia il vero segreto per strappare sorrisi e sguardi meravigliati.
Il primo grande evento che è stato il nostro trampolino di lancio è stata l’edizione 2013 di “Fa la cosa giusta”: è nato tutto un po’ per scherzo, con una mail alla redazione di Terre di Mezzo nella quale raccontavamo il nostro entusiasmo e voglia di partecipare e le nostre magre risorse economiche. Ci hanno invitato a incontrarci nella loro sede, ci hanno sostenuto e dato la possibilità di metterci alla prova. È stato molto bello e con l’edizione di quest’anno abbiamo rafforzato il rapporto».

Però vi avvalete anche della Rete naturalmente…
«Sì, abbiamo da subito creato un sito-blog e poi profilo e pagina Facebook e con questi mezzi cerchiamo di raccontarci e informare su cosa e dove trovarci, per giocare, costruire e divertirsi insieme».

Progetti futuri?
«Tanti sogni, idee e progetti. Il primo penso sia quello di aprire a breve una nostra sede di lavoro, un laboratorio dove poter dare sfogo alle nostre “menti tarlate”…».

Redazione

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