Sara e l’antica tecnica della cera persa
C’era una volta a Napoli una bambina che chiedeva alla madre di tostare le stelline e tanti altri tipi di pasta per farne delle collane. Tutto ciò che luccicava la attraeva irresistibilmente e per il suo compleanno o a Natale chiedeva che le venissero regalati gioielli al posto delle bambole. Questa bambina è cresciuta; adesso ha 32 anni e lavora nel suo negozio di gioielli artigianali nel quartiere napoletano di Chiaia. Il suo nome è Sara Lubrano, artigiana partenopea laureata in Economia Aziendale e specializzata nella realizzazione di preziosi monili tramite l’antica tecnica della cera persa. La sua storia è preziosa come le sue creazioni ed è caratterizzata da passione, impegno, difficoltà superate con fatica e traguardi raggiunti.
Sara, come è quando è nata la tua passione per i gioielli?
E’ una cosa che mi ha accompagnata fin da quando ero piccola. Da bambina adoravo tutto ciò che brillava e fabbricavo delle collane utilizzando vari formati di pasta tostati appositamente da mia madre. Mi piaceva anche andare in giro per i campi a raccogliere fiori dallo stelo lungo che poi intrecciavo per formare delle piccole catenine. Nelle occasioni ufficiali o quando mi veniva chiesto cosa mi sarebbe piaciuto ricevere in regalo rispondevo sempre che avrei voluto dei gioielli. Ma il colpo di fulmine ufficiale per gli oggetti preziosi l’ho sperimentato durante un viaggio a New York insieme alla mia famiglia. Qui sono rimasta letteralmente folgorata dalle vetrine dei negozi cariche di monili accompagnati da cartellini con su scritto i materiali utilizzati per la fabbricazione. Infatti ricordo che avevo comprato tantissimo materiale con il quale poi, una volta rientrata a Napoli, ho cominciato a dare vita alle mie prime creazioni.
Quali passaggi hai seguito per arrivare ad aprire la tua attività?
Nel corso della mia crescita ho continuato ad occuparmi della creazione di gioielli, ma si trattava più che altro di un hobby. Durante gli anni di università mi sono impegnata nello studio e nello stesso tempo mi sono resa conto che la mia passione non si spegneva, anzi. Quindi una volta laureata sono andata a Roma e ho cominciato a frequentare l’Accademia delle Arti Orafe. Qui sono entrata in contatto con tantissimi altri artisti provenienti da tutto il mondo, cosa che mi ha aiutato anche a capire quanto cambiavano i gioielli a seconda della nazionalità e della cultura di provenienza. Quando sono tornata a Napoli mi sono messa in gioco e ho iniziato a portare le mie creazioni nelle varie botteghe del “Borgo degli Orefici”; con alcune di queste ho collaborato per un po’ di tempo. Pian piano ho creato delle vere e proprie collezioni e a quel punto mi sono decisa ad aprire il mio primo negozio nel quartiere di Chiaia.
Ci sono stati momenti difficili durante questo percorso?
Ce ne sono stati e ce ne sono ancora. Il periodo più difficoltoso si è verificato all’inizio. Come in tutte le cose, la partenza è il momento più faticoso e per me lo è stato perché il mio primo punto vendita non era fronte strada. Avevo immaginato un atelier dove ricevere su appuntamento e avevo scelto volutamente la corte di un palazzo. Pian piano però mi sono resa conto che questo tipo di impostazione mi limitava molto nel farmi conoscere, per cui ho deciso di fare il classico orario da boutique, ma la mia visibilità era poca. Ho tentato vari espedienti, dagli espositori esterni, alle hostess e dopo un po’ ho deciso che la soluzione migliore era spostare l’atelier in un posto più centrale, scegliendo poi il Vicoletto Belledonne. Sono contenta che questa scelta si sia rivelata giusta. Adesso che ho la mia clientela e sono felice del mio lavoro, la difficoltà sta nel riuscire a conciliare la mia presenza in negozio con tutti gli altri impegni come fiere ed eventi ai quali non posso mancare.
In cosa la laurea in Economia Aziendale è stata utile durante il tuo percorso lavorativo?
Sicuramente grazie agli studi che ho fatto non ho nessun problema nella gestione della contabilità!
Diciamo che è proprio grazie alla mia laurea in Economia Aziendale che la parte burocratica collegata alla gestione del negozio non mi è del tutto oscura. Per quanto riguarda invece la parte più strettamente artigianale mi sono servite di più la mia esperienza da autodidatta, il corso intrapreso a Roma e soprattutto la mia passione.
Quanto è importante utilizzare i social network per la tua attività?
Più che importante è indispensabile. Molti dei miei clienti mi seguono su Facebook e Instagram e in base alle foto che posto ordinano telefonicamente quello che hanno deciso di acquistare. Inoltre è un modo rapido per farsi conoscere e vendere un po’ in tutta Italia e anche all’estero. I social ormai funzionano come una vera e propria vetrina, che va aggiornata e curata spesso e nei minimi
particolari.
Dal punto di vista economico guadagni quanto vorresti?
Mi ritengo molto fortunata perché non è semplice fare della propria passione un lavoro che garantisca anche una stabilità economica. Io ci sono riuscita anche se sono dell’opinione che si può sempre crescere e fare meglio. Credo che questo sia un periodo fruttuoso, ma comunque di semina. Il mio brand è relativamente giovane e la mia speranza è che possa continuare a crescere, non solo
economicamente.
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Intanto voglio realizzare un progetto cui tengo molto: organizzare a Napoli un corso sulla modellazione tramite la tecnica della cera persa, che è una lavorazione appartenente alla nostra tradizione. Io sono dovuta arrivare fino a Roma per apprenderla e quindi mi sta particolarmente a cuore riuscire a farla conoscere nella mia città. In questo modo chi avrà la curiosità di impararla potrà farlo qui, senza doversi spostare come ho fatto io. L’altro obiettivo è quello di continuare a far crescere la mia attività e rendere il mio brand sempre più forte, magari conquistando nuovi spazi espositivi in un numero maggiore di gioiellerie.
Quanto ti gratifica il tuo lavoro?
Tantissimo, è una gratifica continua. Una delle cose che mi rende più fiera è sapere che molte persone riconoscono un mio gioiello anche solo guardandolo, senza sapere che l’ho creato io.
Questo significa che il mio stile ha delle caratteristiche uniche che lo rendono riconoscibile ed è un aspetto molto importante del mio lavoro, che conta più della bellezza di ogni gioiello: quella è soggettiva e cambia a seconda di chi guarda.
Il tuo lavoro ti rende felice?
Sì, per due ragioni. Intanto perché è una passione che ho fin da piccola ed è bellissimo essere riuscita a trasformarla nel mio lavoro. Poi mi riempie di soddisfazioni: ogni giorno che passa ricevo complimenti e riconoscimenti che mi rendono orgogliosa di me stessa e mi danno la forza di continuare a impegnarmi sempre di più.