La digitalizzazione come punto d’incontro tra mondo artigiano e laureati

Ivana Pais è una giovane sociologa che studia il mondo del lavoro e lo incrocia con quello della Rete, occupandosi di professionisti del digitale ma anche dell’importanza del recupero dei mestieri di una volta. Attualmente è al lavoro su un progetto dell’Università Cattolica di Milano che mette in contatto gli studenti della Facoltà di Economia con il mondo dell’artigianato, e di cui presto conosceremo i dati e le osservazioni che ne emergeranno. Intanto, le abbiamo chiesto come vede la situazione dell’artigianato oggi e il rapporto con il mondo dell’università e dei laureati.

Stiamo assistendo a un recupero, anche se timido, dell’artigianato. Cosa ne pensi?
«Oggi è un momento d’oro per una rivalutazione sociale dei mestieri artigiani, e penso che se si riesce a rivalutare il mestiere facendo leva tra artigianato e digitale, possiamo parlare di miracolo. Sta proprio cambiando il valore culturale del mestiere artigiano,anche se non ancora a livello di numeri: il movimento di nicchia dei makers, ad esempio, è molto interessante ma non ancora numericamente consistente, e i cambiamenti culturali da noi sono piuttosto lenti».

Come vedi il rapporto tra laureati e artigianato?
«Il punto di contatto è la digitalizzazione delle botteghe, che può essere introdotta dai laureati. Bisogna fare un’operazione di legittimazione che favorisca l’inserimento del laureato in bottega, in quanto solitamente un artigiano non è abituato a vedere laureati al lavoro per digitalizzare l’attività legata al proprio mestiere».

Che cosa porta la digitalizzazione nel mondo artigiano?
«Oggi c’è molto bisogno di contaminazione e sinergie. La digitalizzazione è un canale che permette dinamiche aziendali diverse perché va a cambiare tutto, e serve un laureato per tenere in piedi una strategia di internazionalizzazione».

Redazione

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